A fine agosto 2015 cominciai ad avere male ad un testicolo e l'urina ogni tanto tendeva al rosa/rosso.
Provammo ad "analizzarla" con delle striscie che vendono in farmacia e il risultato fu: forte presenza di sangue.
Parlandone col Dottor Pandini decidemmo di fare analisi più approfondite, ma un sabato dovetti chiamarlo perchè stavo veramente male.
Destino volle che il Dottor Pandini e il Dottor Demichelis si trovassero insieme ad una riunione.
Il medico di famiglia gli spiegò la situazione e lui rispose che lunedì, al rientro in reparto, avrebbe organizzato un ricovero per fare i controlli del caso.
Lunedì Silvia chiamò il Dottor Valle, perchè conoscevamo le durate dei suoi ricoveri. Lui chiamò il primario che gli assicurò di tenermi il meno possibile e che martedì sarei dovuto presentarmi in mattinata in reparto.
Il mattino seguente fui così ricoverato nella tanto famigerata "Agapantus" (stanza ricavata apposta per i pazienti neuromuscolari, della quale mi si parlava già 3 anni prima come una cosa "rivoluzionaria").
Il primo giorno passò senza far niente ne vedere nessuno, tranne un paio di infermieri coi quali avevo più confidenza che mi vennero a salutare.
Il giorno successivo, mercoledì, verso l'una, la prima persona che vedemmo, fu il Dottor Demichelis che ci comunicò che aveva organizzato la Tac per sabato. . .
Quando uscì io scoppiai a piangere con un misto di rabbia, stupore, incredulità e dolore pensando: "Ma come? Sto male, sa che non sto volentieri in ospedale, lo ha pure assicurato al Dottor Valle che m'avrebbe tenuto il meno possibile, aveva il tempo per organizzare il ricovero e mi fa fare la Tac sabato?".
Dopo una telefonata col Dottor Valle per sfogarsi, a Silvia venne in mente di chiamare per farla a pagamento, ritenendo impossibile che non ci fosse posto per una Tac prima di sabato.
Chiamò senza specificare che ero ricoverato e, a pagamento c'era posto il giorno dopo al mattino presto!!!
Non prenotò, disse che avrebbe telefonato per conferma più tardi.
Andò dalla caposala, spiegò la situazione, anche in presenza della Dottoressa Zoccali che era di turno, decisero che andava bene e prenotò.
Nello studio della Dottoressa, Silvia provò a spiegare che non era tanto sensato fare un ricovero programmato e lasciarmi lì, dolorante, a far niente.
La Dottoressa disse: "Noi sospettiamo che sia un tumore, quindi sarebbe inoperabile, per cui. . . "
Cioè: male ad un testicolo + sangue nelle urine = tumore. . . e, attenzione, la "diagnosi " fatta da dei pneumologi e. . . senza neanche vedermi!!! roba che neanche Giuliacci con le previsioni del tempo azzarderebbe a tanto...
La caposala, invece, disse: "Ma scusa, che differenza c'è tra stare in un letto a casa o in ospedale?".
Commentare l'ultima frase sarebbe inutile, potrebbe rispondere un bambino di 5 anni, per cui volevo fare una riflessione su quello a cui forse non pensarono:
1. Io avevo dolori forti
2. Seppur piuttosto vicino a casa, l'ospedale non è molto pratico per chi mi deve assistere, e neanche molto salutare visto che nei 3 mesi dopo la rianimazione nessuno s'è lontanamente sognato di chiedere se Silvia voleva mangiare, visto che io "saltavo"
3. Parlano tanto di tagli alle spese, a volte per farci dare i guanti dobbiamo pregare gli infermieri, ma quanto costa un ricoverato al giorno?
Comunque, finita la discussione, tornò in camera e aspettammo l'indomani.
Giovedì , al mattino presto, entrarono per far le pulizie per la prima volta da quand'ero lì ed ero già sveglio quando mi vennero a prendere per andare di sotto a fare la Tac e, sulla porta del reparto, mentre io uscivo, il Dottor Demichelis entrava.
Fermò Silvia sulla porta e cominciò ad aggredirla verbalmente: "Voi! Voi non potete fare 'ste cose, rischiamo una denuncia! Un ricoverato non può fare una Tac a pagamento!"
Evidentemente gli era stato riferito solo che avevamo preso appuntamento, ma non con chi.
Silvia gli rispose: "Lei, Dottore, deve anche considerare il fattore umano"
Al termine di una discussione accesa lui concluse con un: "Per me potete anche non venire più!!!"
Al piano di sotto ci fu un po' d'imbarazzo vedendo entrare 2 infermiere che spingevano un letto d'ospedale ed il radiologo, che mi conosceva come paziente, sconfortato, disse: "M'avessero detto che era lui gliel'avrei fatta subito".
Mentre salivamo in reparto, incontrammo la fisioterapista e le chiedemmo il motivo per il quale non m'avesse ancora trattato, lei rispose: "Perchè nessuno m'ha detto niente". Bene... A casa raccomanda di fare la ginnastica respiratoria 2 volte al giorno, mi ricovera e non dice alla fisioterapista di trattarmi? Così Silvia le chiese se sarebbe potuta venire e così fece.
Nel frattempo, venne il gastroenterologo a cambiarmi la peg e poi entrò il primario per mettermi una cannula nuova, completamente diversa da quella che avevo avuto fino ad allora.
Intanto ci spiegò che non era un tumore ma. . .calcoli!!!
Ebbene si, i dolori che avevo erano coliche renali!
Poi aggiunse che avrebbe chiamato l'urologo per una visita. Alla mia domanda se non l'avesse ancora chiamato, rispose con un educato: "Mica ce l'ho in tasca!"
Scusate l'ignoranza ma per me era normale che, per un ricovero programmato per quel genere di problemi, fosse stato avvertito l'urologo.
Poi, con la solita educazione, mentre io cercavo di parlare e spiegare che la cannula nuova mi dava fastidio, lui continuava tranquillamente il suo discorso con Silvia.
Considerando che l'urologo non era stato neanche avvertito (il reparto allora era a Sanremo), e la sua "propensione" al ricovero, decisi di firmare, contro il suo consenso, per tornare a casa.
P.S. Logicamente non pagammo la Tac.